L’inizio del viaggio: lezioni dal Matto

Una bisaccia sulle spalle, uno sguardo rivolto verso il cielo e, ai suoi piedi, un precipizio. Il Matto cammina con passo leggero, come se il mondo non avesse peso, come se il presente fosse l’unica realtà da abitare.

Non si ferma a calcolare il rischio, non guarda indietro per cercare conferme. Avanza, fidandosi di un istinto che solo lui può sentire, di una voce che gli dice che il viaggio è più importante della meta. La sua leggerezza non è incoscienza: è il coraggio di chi accetta il vuoto come parte del cammino, di chi sa che, a volte, solo perdendosi si può davvero trovare una nuova strada.

È l’Arcano numero 0, una figura che sfida le regole e vive ai margini degli schemi. Lo zero è il simbolo del vuoto fertile, dell’origine e dell’infinito potenziale. Non si àncora al passato, non si preoccupa del futuro: il Matto vive nel movimento, nel continuo fluire della vita. E proprio per questo è il simbolo di chi osa cambiare, di chi abbraccia l’incertezza con il cuore aperto, pronto a trasformare ogni caduta in un’opportunità.

Viviamo in un mondo che ci spinge a cercare sicurezza, ma quante volte questa sicurezza diventa una gabbia? Ci aggrappiamo a ciò che conosciamo, temendo di sbagliare, di fallire, di perdere qualcosa. Il Matto, invece, ci insegna a lasciare andare, a fidarci del viaggio anche quando non vediamo la strada. Ogni passo che fa ci ricorda che non possiamo controllare tutto, ma possiamo scegliere di camminare comunque, accogliendo il rischio e l’imprevedibilità come parte del percorso.

Il cane che lo accompagna abbaia al suo fianco: un avvertimento, forse, o un tentativo di trattenerlo. È il simbolo del nostro istinto, di quella voce interiore che ci parla nei momenti di dubbio. A volte ci protegge, altre volte ci frena. Il Matto, però, lo ascolta senza lasciarsi fermare: avanza con consapevolezza, trovando un equilibrio tra prudenza e audacia. La sua leggerezza non è superficialità, ma una fiducia profonda nel fatto che il cammino, anche quando è incerto, ci porterà dove dobbiamo essere. Ed è proprio a questo punto che la sua voce si fa chiara, come un sussurro che arriva dal vento, come un richiamo per chi ha paura di osare.


“Non cercarmi nei sentieri sicuri, perché io non appartengo ai confini che conosci. Non chiedermi dove sto andando: nemmeno io lo so, e proprio in questo risiede la mia libertà. Io sono il primo passo, il respiro profondo prima del salto, la follia necessaria per lasciare il porto e abbracciare l’oceano. La mia strada non è tracciata, perché ogni passo la crea. La mia bisaccia è leggera: non porto con me il peso delle aspettative né le catene del passato. La mia unica ricchezza è la possibilità. Forse cadrò, forse sbaglierò strada, ma ogni caduta è una lezione e ogni errore un nuovo inizio. Non temo il vuoto, perché so che è lì che nascono tutte le cose. Io sono l’inizio e la fine, il vuoto e il pieno, il caos e la creazione. Sono il coraggio di chi osa, il sorriso di chi non si lascia piegare dalla paura, il passo incerto ma deciso di chi cerca sé stesso”.


La sua voce, ora, va, dissolvendosi nel vento, lasciandoci con una domanda che non possiamo ignorare. Se la vita è un viaggio e il cambiamento è inevitabile, perché restare immobili? Il Matto non ha paura del salto, perché sa che, spesso, il precipizio non è una fine, ma un inizio. E allora, come lui, possiamo scegliere di fidarci, di lasciarci andare, di abbracciare il vuoto. Perché solo chi osa davvero scoprire il nuovo può dire di aver vissuto.
E ora che sai tutto questo, seguirai il sentiero del Matto?



ARTICLE & TRANSLATION: 
ANTONELLA BUTTAZZO
@antonella_buttazzo

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