Il Papa nei Tarocchi: un ponte tra Cielo e Terra

Dopo l’Imperatore, che stabilisce le fondamenta della realtà attraverso la legge e la struttura, l’energia dell’Arcano V si innalza verso la dimensione dello spirito. Il Papa — o Ierofante — rappresenta l’autorità spirituale, il tramite fra il divino e l’umano, il custode di una saggezza antica che si trasmette per via iniziatica. Non è un potere che si impone con la forza, ma una guida che si afferma attraverso l’ascolto, la conoscenza e il sacro.

Nelle rappresentazioni tradizionali dei Tarocchi — come nel mazzo di Marsiglia o nel Rider-Waite — il Papa è raffigurato come un uomo anziano, solenne, assiso tra due colonne che richiamano quelle del Tempio di Salomone: esse rappresentano i poli complementari, la porta d’accesso a un sapere superiore. Indossa la tiara papale a tre corone, simbolo del dominio su corpo, anima e spirito. Nella mano sinistra impugna lo scettro a tripla croce, emblema della sua autorità spirituale; con la destra benedice, estendendo il potere del verbo e della tradizione. Ai suoi piedi, due discepoli — spesso tonsurati — lo ascoltano in atteggiamento reverente: sono gli iniziati, i portatori della conoscenza che il Papa custodisce e trasmette.

Il numero cinque che accompagna questo arcano è un numero dinamico, ponte tra la stabilità del quattro e la tensione verso l’ignoto del sei. È il numero dell’uomo nella sua forma completa (cinque dita, cinque sensi), ma anche della prova, dell’apprendimento, dell’evoluzione spirituale attraverso la disciplina. Il Papa, in questo senso, non è solo una figura esterna, ma un archetipo interno che ci invita a trovare la nostra guida interiore, a mettere ordine nelle nostre credenze, a connetterci con un significato più ampio.

Il Papa è l’archetipo del Maestro, e il suo compito è trasmettere. A differenza della Papessa, che custodisce il sapere in silenzio, il Papa lo esprime, lo articola, lo rende accessibile. È la parola incarnata, la tradizione orale, il rito che consacra, il verbo che ordina e consacra. Ma attenzione: la sua parola non è mai improvvisata. È meditata, rituale, precisa. Ogni gesto, ogni insegnamento, ha un valore archetipico.

A livello mitologico, possiamo trovare analogie nel greco Chirone, il centauro saggio, guaritore e maestro di eroi, oppure in Ermes/Mercurio, messaggero tra il mondo degli dei e quello degli uomini. Ma anche figure bibliche come Mosè, che riceve e trasmette la Legge, o Elia, profeta che parla a nome del divino. In Oriente, ricorda il maestro zen o il guru vedico, colui che guida senza costringere, che mostra la via attraverso l’esperienza e la presenza.

Dal punto di vista simbolico, il Papa è il custode delle chiavi del cielo, come spesso raffigurato nella tradizione cristiana. Una chiave d’oro e una d’argento — simboli dell’accesso al visibile e all’invisibile, al sapere terreno e a quello spirituale. Egli è il pontefice nel senso letterale del termine: colui che costruisce ponti tra mondi, tra il sacro e il profano, tra l’alto e il basso.

Quando questa carta appare in una lettura, può indicare la necessità di cercare una guida o diventare una guida per gli altri. È un invito a seguire una vocazione spirituale o morale, ad approfondire la propria fede, a interrogarsi sulle tradizioni che ci abitano e ci strutturano. In ambito affettivo, può suggerire un’unione sancita da valori profondi o da un legame spirituale. Nel lavoro, può indicare il ruolo di mentore, l’insegnamento, la formazione o la necessità di attenersi a un’etica solida. A livello personale, il Papa ci guida a esplorare le nostre credenze, a distinguere tra dogma e intuizione, tra ciò che ci è stato insegnato e ciò che abbiamo davvero interiorizzato.

Se il Papa si presenta capovolto, la sua energia si distorce: può diventare autoritarismo spirituale, fede cieca, dogmatismo. Può anche indicare confusione morale, perdita di direzione, oppure la ribellione a schemi troppo rigidi. In certi casi, invita a rompere con una tradizione ormai sterile, per riscoprire una connessione diretta e autentica con il divino.

In un mondo frenetico e spesso smarrito, il Papa ci ricorda il valore del tempo, della riflessione, della profondità. Ci invita a ritrovare la nostra bussola interiore, a costruire ponti tra ciò che sappiamo e ciò che crediamo. È l’archetipo del maestro che insegna col cuore, del rito che dà senso all’azione, della parola che guarisce e guida. In lui, la spiritualità si fa presenza, e la conoscenza si fa vita.

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Antonella Buttazzo
@antonella_buttazzo

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