L’Eremita: la conoscenza che non ha bisogno di approvazione

Dopo l’equilibrio lucido e coraggioso della Forza, l’Eremita entra in scena con un passo lento, silenzioso. L’Arcano IX è il custode del tempo interiore. Non chiede risposte, ma domande migliori. Invita a tacere, ad ascoltare, a fermarsi in un mondo che corre.

Nelle raffigurazioni classiche, come quella del Tarocco di Marsiglia, l’Eremita è un vecchio viandante dal volto velato o rivolto altrove, che cammina con una lanterna in una mano e un bastone nell’altra. La lanterna non serve per illuminare il mondo, ma per rischiarare il sentiero dentro di sé. Il bastone non è un simbolo di debolezza, ma di guida: è lo strumento del pellegrino, del cercatore spirituale.

Nel mazzo Rider-Waite, l’Eremita è raffigurato invece, su una montagna, solo, avvolto in un mantello grigio. Nella sua lanterna brilla una stella a sei punte, simbolo dell’unione degli opposti (maschile e femminile, cielo e terra, spirito e materia). È la stella di David, ma anche l’alchimia perfetta del sapere che si trasforma in comprensione.

Nei Tarocchi di Thoth di Aleister Crowley, l’Eremita è più occulto, vicino all’archetipo del Mago ermetico. Porta con sé il serpente della saggezza e un uovo cosmico, simboli della rigenerazione e del potenziale nascosto. Il suo viaggio non è solo spirituale: è iniziatico. Rappresenta il cammino esoterico verso la verità ultima.

La sua energia si ritrova nei grandi saggi della mitologia e della letteratura: Tiresia, cieco ma chiaroveggente; Ulisse, che cerca la conoscenza viaggiando; Gandalf, il mago silenzioso che guida con poche parole e gesti misurati. È anche Saturno, pianeta associato al tempo, alla disciplina, alla profondità dell’anima.

Il numero nove non è casuale: è il compimento di un ciclo, la soglia prima del cambiamento. È l’ultimo passo prima della trasformazione, della Ruota che riparte. È la gestazione, il tempo necessario prima di un nuovo inizio. L’Eremita chiude un ciclo di esperienze e prepara il terreno per la rinascita.

Quando compare in una lettura, questo Arcano non parla mai a voce alta. Suggerisce. Invita. Sottovoce. Può indicare solitudine, sì, ma anche bisogno di ritirarsi per ritrovare sé stessi. È il tempo della meditazione, del diario, dei libri sottolineati a margine, dei cammini nei boschi o delle notti silenziose passate a guardare il cielo.

Nelle relazioni, l’Eremita può significare il bisogno di spazio, di ascolto autentico, di distacco dalle dinamiche superficiali. In ambito professionale, è la figura del mentore, del ricercatore, dell’artigiano solitario che lavora con dedizione e senza clamore. Sul piano spirituale, è il momento in cui il mondo tace e l’anima parla.

È il sapere che non ha bisogno di essere mostrato, ma che cambia tutto ciò che tocca.




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Antonella Buttazzo
@antonella_buttazzo


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