Il sottobosco urbano è pieno di bidimensionali creature fantastiche, stampate apposta per comunicare con noi. Non ci avete mai fatto caso? Ora siamo in compagnia di Michiamozeta, un illustratore e messaggero urbano molto onesto, che ha sguinzagliato alcune delle sue creature nelle strade cittadine per dirci qualcosa…
Negli occhi dei tuoi personaggi illustrati, rivedo lo sguardo triste degli elefanti in via di estinzione; cosa c'è che non va?
Sinceramente non so se sia meglio chiederlo a me o a loro, diciamo che il mio studio dei bulbi oculari si è mosso dal classico ellisse dei cartoon ad un piccolo foro, per anni, privo di pupille. Era nato come puro abbellimento estetico, ma se dobbiamo essere chiari è un ritratto involontario delle occhiaie, che io trovo particolarmente attraenti.
Ora, finalmente, ne sto uscendo, ma la pesantezza delle palpebre mi vuole ancora schiavo di certe regole, anche se lo sguardo assente mi piace: odio le cose sdolcinate e sognanti, preferisco la ruvida realtà senza speranza.
In tutta onestà, cosa ti senti di dire alla nostra generazione di giovani che bazzicano nelle città?
Cosa volete che vi dica ragazzi? Davvero, penso che il mio distacco maggiore sia stato nel momento in cui, con un bicchiere in mano, circondato da altri esseri sub-mani, mi sono chiesto cosa fare. Sul serio ragazzi, smettetela di uscire per bere, ma uscite per creare.
Dipingete le strade e i muri con i vostri motti più goliardici e le forme più scoordinate. Lasciate l’odio uscire così come l’amore.
Insomma datevi una svegliata! Le città come Padova, Milano o Torino sono piene di muri che raccontano storie ed opere d’arte che aspettano solo di essere scoperte.
Fate graffiti, attaccate manifesti o poster, persino le poesie (M.E.P.) possono davvero cambiarvi la vita, fidatevi. Intrufolatevi nei complessi abbandonati se siete timidi e usate la città come una palestra.
Se fossimo in un'altra epoca, tipo gli anni ’70, disegneresti allo stesso modo?
Urca, io non sono mai stato uno attratto dal passato se non da quella nebbiolina gialla patinata degli ottanta e novanta all’italiana, quindi penso che il mio stile sarebbe molto simile, forse avrebbe avuto una connotazione più “classicista” dato che è grazie a internet se il mio stile è molto evoluto (copio un sacco e voglio che si sappia, perdonami mamma).
ECCO! forse avrei avuto uno stile simile a Kattivik di Bonvi (Sturmtruppen docet) se proprio volgiamo. E comunque non avrei avuto i pantaloni a zampa di elefante, per fortuna.
MICHIAMOZETA (Federico Zottis) IG: @michiamozeta FB: @michiamozeta